7 marzo 2025
L’AQUILA- Il recupero dell'identità culturale e sociale. Il diritto, per i giovani, a restare nella propria terra - magari dopo aver acquisito competenze all'estero - e a riappropriarsi delle proprie radici. Per farlo, occorrono lavoro, strumenti di sviluppo economico e rilancio turistico. E la riscoperta del ruolo strategico e accattivante della cultura. È molto di più di una «ricostruzione fisica» il programma della Struttura di missione, guidata da Mario Fiorentino, già direttore generale della Politica industriale, l'innovazione e le Pmi del ministero dello Sviluppo economico, che ha messo in cantiere 110 milioni di euro, fino al 2027, per il territorio colpito dal sisma del 2009. Soldi che servono «a fertilizzare il terreno» in nome di quella restanza che sa di futuro e di investimenti. Anche dopo una catastrofe.
Professor Fiorentino, quanti soldi arriveranno, nei prossimi mesi, sul territorio aquilano?
«Ben 110 milioni fino al 2027, di cui 27 milioni gia assegnati con delibera Cipess, nell'ambito del programma Restart, su richiesta della Struttura di missione. Fondi che si accompagnano ai 317 milioni del programma Restart, prima parte».
A cosa servirà questa mole di finanziamenti?
«Al rilancio dell'Aquila e del suo territorio. I primi anni del post-sisma sono stati dedicati a superare la fase emergenziale. Sono state, poi, previste misure di accompagnamento alla ricostruzione pubblica e privata. L'Aquila oggi, a 16 anni dal terremoto, è più bella di prima, con un patrimonio storico-architettonico di indubbio valore».
E ci siamo. Ma per evitare che sia una cattedrale nel deserto?
« È proprio questo l'intento dei fondi destinati al rilancio del territorio: fare in modo che le famiglie tornino nei centri storici, che i borghi si ripopolino, che riaprono le botteghe artigiane. In altre parole, ricreare le condizioni per stimolare la gente a tornare, a non andare via».
Quantifichiamo: come sono ripartiti i fondi?
« In 6 ambiti di interesse. La parte del leone la fanno turismo e ambiente, che assorbono il 36%, la cultura con il 27% e la ricerca col 19%».
Ma in cosa si tradurrà, concretamente, l'operazione?
«I fondi serviranno ad attuare programmi ben delineati che rafforzano questi ambiti. Dentro, ad esempio, ci sono L'Aquila Capitale della cultura, con 4 milioni di euro assegnati, e la Cleantech community, del comune di Fossa, che ha avuto 3 milioni e 800mila euro. E, poi, il gemellaggio con Bourges 2028, per la ricerca e l'innovazione tecnologica».
Nascerà anche un eco-museo d'Abruzzo...
«Progetto entusiasmante. L'Abruzzo è terra ricca di tradizioni e cultura. Quello che va sviluppato è l'industria turistica: non bastano i borghi e le bellezze naturalistiche. Vanno creati degli hub, dei mini-musei dedicati ad attività tipiche che si avvalgono di tecnologie multimediali».
Una sorta di museo diffuso?
«Esattamente. || progetto è stato proposto dall'Usrc, con Raffaele Fico, e ci è piaciuto moltissimo. Sono idee innovative per sviluppare il turismo delle radici e non solo».
Cos'altro?
«Il territorio aquilano non ha particolari punti di attrazione da questo punto di vista: una rete museale diffusa può contribuire ad attrarre turisti e valorizzare i territori. L'obiettivo è il recupero dell'identità culturale, in un mondo in cui il grande tema è l'emigrazione. Parliamo anche del diritto di restare e di vivere i propri luoghi».
Per farlo vanno create le condizioni..
«Occorrono servizi, lavoro, occasioni».
Nella valutazione dei progetti ha pesato l'interlocuzione con gli enti locali?
« Non potremmo lavorare senza un dialogo costante con il territorio: la Regione, il Comune dell'Aquila, il coordinamento dei sindaci, l'Usra e l'Usrc. Le proposte arrivano dal territorio. Noi le accogliamo, accompagniamo e valorizziamo traducendole in atti amministrativi. Il lavoro di coordinamento è affidato alla Struttura di missione».
Che funzioni svolge, nello specifico?
« Coordina le amministrazioni interessate dai processi di ricostruzione di sviluppo nell'area del cratere aquilano, anche sottoponendo al Cipess le proposte per l'assegnazione, il riparto e la riprogrammazione dei fondi necessari per gli interventi di ricostruzione e le iniziative a supporto della città dell'Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma 2009».
Nell'ultimo biennio quanto è stato assegnato all'Aquilano?
« Solo nel 2024 circa 1 miliardo di euro per ricostruzione privata, pubblica e per i fondi di sviluppo».
Arriveranno altri soldi?
« Per la ricostruzione 750 milioni nel biennio 2025-2026. Chiederemo al ministero dell'Economia una dotazione finanziaria significativa da 2027 in poi. Qualche centinaio di milioni di euro. Poi, ci sono i 110 milioni di cui parlavamo, in parte già assegnati con Delibera Cipess e spendibili fino al 2027. Tanti soldi da impiegare nella rinascita di un'area significativa della nostra Italia».
Come immagina L'Aquila tra qualche anno?
«Straordinariamente bella e produttiva. Stiamo lavorando per questo».