Parte della strategia per lo sviluppo del territorio del cratere – alla cui definizione ha contribuito anche l’OCSE – è il recupero di attrattività dell’area attraverso la creazione di poli di innovazione e ricerca scientifica. Con il sostegno dell’azione pubblica si è affermata nell’area del cratere una presenza significativa di istituti di ricerca avanzata e di alta formazione: il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso; l’Università dell’Aquila, che ha recuperato gran parte della popolazione studentesca (con circa 23.000 iscritti), e insieme una forte vocazione alla ricerca e qualità della didattica; altre importanti iniziative pubbliche e private. A queste realtà si è aggiunto nel 2013 il Gran Sasso Science Institute (GSSI), in qualità di centro nazionale di studi avanzati nelle materie della fisica, della matematica, dell’informatica e delle scienze sociali e come sede di dottorati internazionali. La costituzione e l’avvio del Gran Sasso Science Institute sono stati realizzati nell’ambito delle politiche di sviluppo della ricostruzione. Dopo un primo finanziamento di 36 milioni di euro (ex art. 31-bis del D.L. 5/2012, convertito in legge 4 aprile 2012, n. 35) è seguito un finanziamento di altri 18 milioni di euro (assegnati dalla Delibera CIPE 6 agosto 2015, n. 76 a valere sulle risorse residue del Fondo per lo sviluppo e la coesione di cui all’art. 14, comma 1, decreto-legge n. 39/2009 e delibera CIPE n. 35/2009) per il cofinanziamento del fabbisogno finanziario del triennio 2016-2018. Con Decreto del MIUR del 31 marzo 2016 (pubblicato in GU n.144 del 22-6-2016) la Scuola sperimentale assume carattere permanente attraverso l’istituzione della Scuola di dottorato internazionale GSSI (Istituto di istruzione universitaria di alta formazione dottorale a ordinamento speciale)